Soprattutto nel sud della provincia, ma nell’ultimo decennio i varesotti sono andati a votare. Nelle due occasioni in cui sono stati chiamati alle urne per rinnovare il parlamento, infatti, da queste parti l’affluenza è stata maggiore rispetto a quella nazionale.

Possibile, va detto, che ad alzare la percentuale dei votanti abbia contribuito anche il fatto che, in entrambe le occasioni, si sia votato anche per eleggere il presidente di Regione Lombardia. Ma intanto i dati del Ministero dell’Interno dicono questo: nel 2013, per rinnovare la Camera dei Deputati, a livello nazionale votò il 75,18% degli aventi diritto, in provincia di Varese il 76,77. Cinque anni più tardi, l’affluenza totale si fermò al 72,93%, quella locale arrivà al 75,7%.

Elaborando i dati disponibili nell’archivio storico del Viminale, VareseNews ha costruito due mappe, dedicate appunto all’astensionismo. Ecco come andò nel 2013, le elezioni in cui Pierluigi Bersani non riuscì nell’impresa di “smacchiare il giaguaro” e l’incarico di formare il governò andò ad Enrico Letta, sostenuto da una maggioranza formata dal Pd e dall’allora Popolo della Libertà.


Il comune con l’affluenza più alta fu Galliate Lombardo, dove l’83,93% dei maggiorenni si recò ai seggi. Quella più bassa, invece, a Cadegliano-Viconago, dove non si andò oltre il 62,10%. Anche Varese, con un’affluenza del 74,04%, rimase leggermente al di sotto della media nazionale.

Più in generale, si può osservare una tendenza per cui i comuni della parte settentrionale della provincia hanno visto un’affluenza inferiore rispetto alla media nazionale. Mentre, al contrario, nel Basso Varesotto questo valore è stato superato. Questa invece la situazione cinque anni più tardi, nel 2018:


Furono, quelle di quattro anni fa, le elezioni che consacrarono definitivamente il Movimento 5 Stelle. E che diedero vita prima al governo gialloverde, il Conte I, quindi a quello giallorosso, il Conte II. Fino ad arrivare all’esecutivo tecnico di Mario Draghi e alla storia di queste settimane.

Il Varesotto vide aumentare l’affluenza, confinando i valori sotto la media nazionale solo ai comuni più settentrionali. Anche cinque anni fa, il comune con la più alta partecipazione al voto fu Galliate Lombardo (84,59%), mentre quello con l’affluenza più bassa si confermò Cadegliano-Viconago (62,48%). Chissà se domenica prossima i residenti di questi due comuni vorranno proseguire la tradizione.

A Galliate Lombardo cittadini coinvolti nella vita civica

Visto il primato di partecipazione alle urne di Galliate Lombardo abbiamo sentito il sindaco Tibiletti che ci racconta: “Una situazione che si ripete ogni tornata elettorale – dice il sindaco di Galliate Lombardo Carlo Tibiletti – . Non saprei come interpretare questo dato se non dando questa lettura: Galliate non ha mai avuto liste con connotazioni politiche definite. Questo ha fatto sì che i cittadini si sentissero sempre tutti coinvolti nella vita civica e politica, in maniera trasversale. Il dibattito sui temi importanti è sempre molto acceso, anche in questi mesi. Questo è un paese che non ha una collocazione politica unica, ci sono svariati pensieri e posizioni, molto più che altrove. La gente vive l’andare a votare con una grande senso di responsabilità. E io non posso che essere molto contento di questo senso civico. Vediamo cosa succederà questa volta, soprattutto cosa uscirà dalle urne”.

Cadegliano Viconago terra di frontiera

A Cadegliano Viconago la memoria storica su questi temi è affidata a Luigino Gigliotti dell’ufficio anagrafe che racconta: “Perché una così bassa affluenza? Perché le persone qui vivono la politica con distacco. Quando ero giovane c’era in dogana chi distribuiva santini, oggi non ci sono neanche i manifesti. La colpa forse è anche dei politici che non coinvolgono, non ci sono candidati sul territorio che rendono partecipe. Dopo la galleria della Valganna è un territorio dimenticato dalla politica, qui non ci considerano neanche come elettori, non siamo tanti, non siamo strategici e pensano quasi che siamo un’altra nazione”.