Il quadro elettorale di Ferno, che tra meno di due mesi andrà al voto per eleggere il nuovo sindaco, è ormai delineato: il candidato del centrosinistra Orlando Marmo alle elezioni del 12 giugno sfiderà Sarah Foti, assessore alla Cultura e candidata del centrodestra, e Ponziano Sabetti, il candidato di Italexit.
Rimane l’incognita del vicesindaco Mauro Cerutti, che potrebbe presentare una propria lista entro la fine di questa settimana, spaccando il centrodestra.
Nella scorsa tornata elettorale Cambiare Ferno (che candidava Massimo Regalia come sindaco) aveva preso il 12% dei voti. Quest’anno il nome della lista rimane il medesimo, così come il logo, che presenterà al suo interno anche il Partito Democratico.
Infatti, se in passato si era fatta una scelta nella direzione del civismo, quest’anno Orlando Marmo e i compagni della lista sono sostenuti apertamente dal Pd: «Una forzatura mossa da altri partiti», spiega il consigliere Regalia, «noi avremmo continuato con la civica. Ma se il centrodestra schiera i simboli di partito, noi non potevamo pensare di non presentarci con quello del Pd. Siamo sempre stati di centrosinistra, ora abbiamo scoperto le carte».
Una scelta apprezzata sia dai piani regionali sia nazionali del Pd: «Hanno gradito il coraggio di tornare con il Partito Democratico». Per inizio maggio è previsto un incontro con il senatore Alessandro Alfieri e il consigliere regionale Samuele Astuti con la lista, le associazioni del paese e tutti gli interessati.
La lista è completa, spiega Marmo, «speriamo di riuscire a conquistare la fiducia dei cittadini e a lavorare bene per Ferno»: in Cambiare Ferno sono confluite persone «fresche e nuove, con grande passione e l’intenzione di mettersi al lavoro».
Cosa vi contraddistingue dalle altre liste? «La volontà di lavorare per il paese con attenzione a tutte le fasce della popolazione, dai giovani agli anziani».
Il programma in pillole
Il programma è ancora in fase di stesura finale, questa sera ci sarà un incontro del gruppo per ultimarlo e mandarlo in stampa. Le priorità sono il Pgt e il piano dei servizi: «Non siamo favorevoli alla costruzione del supermercato al posto dell’ex Manifattura», afferma Regalia, che propende insieme all’aspirante primo cittadino più per un «polo tecnologico a indirizzo scolastico», sfruttando la vicinanza alla ferrovia che collega il paese con Milano. «Siamo vicini a Malpensa e alla Leonardo – continua Marmo – che necessitano di giovani preparati da inserire in azienda».
Poi c’è l’idea di aumentare gli aiuti alle persone anziani e a quelle con disabilità («Non vogliamo sostituire la casa della comunità, ma rafforzare il servizio»), così come far sentire la vicinanza dell’amministrazione a tutte le fasce della popolazione fernese: dal centro di aggregazione per i giovani («Non ci sembrano molto seguiti», sottolinea Marmo) agli aiuti alle famiglie con il reddito basso che devono affrontare le spese scolastiche per i ragazzi iscritti alle medie e alle superiori. «Proponiamo un Isee revisionato e degli interventi mirati di supporto».
Sempre sulle scuole, per Cambiare Ferno è necessario promuovere una scuola dell’infanzia pubblica: «La Carlo Castiglioni ha una retta alta e molte famiglie tendono a iscrivere i propri figli negli altri comuni», sostiene Regalia, «con una scuola pubblica daremmo continuità didattica alla scuola primaria e secondaria che già ci sono a Ferno». Verranno inoltre valutati degli interventi edilizi in primis alla scuola primaria e verrà posta attenzione allo stato della scuola media.
La comunità al centro, dunque, a partire dalla rivitalizzazione del centro storico, ora «parzialmente disabitato»: «Devono esserci degli interventi di carattere economico per il recupero del centro».
Infine, il desiderio di coinvolgere i cittadini attraverso uno sportello tra ente e cittadino, «cosicché la comunità possa darci una mano nei progetti e nelle infrastrutture che avvieremo».
La vostra posizione sul Masterplan 2035? «Non è che siamo contrati», afferma Regalia, «ci sono degli aggiustamenti da fare sulla viabilità, come il collegamento con Malpensa», risponde Regalia. Inoltre, «i problemi della brughiera riguardano Lonate Pozzolo, noi abbiamo già dato tanto ai tempi della costruzione del Terminal 1, mentre il piano del Masterplan non tocca il nostro territorio».