Il primo turno, forse, era stato fin troppo all’insegna del fair play, pressoché privo di contrasti personali. ;Ma alla vigilia del voto del secondo turno, ora a Cassano Magnago s’infiamma il confronto tra i due candidati sindaci al ballottaggio, Osvaldo Coghi e Pietro Ottaviani. Con un terzo protagonista: Rocco Dabraio.
L’annuncio dell’apparentamento tra Dabraio e Ottaviani, venerdì scorso, ha fatto l’effetto di un detonatore, con un innalzamento dello scontro, scivolato sul personale. Se non tra i candidati sindaci in persona, quantomeno tra i sostenitori.
L’ultimissimo episodio è un volantino anonimo incollato sui manifesti della lista Poliseno, che accosta alla lista i guai giudiziari di alcuni ex amministratori cassanesi finiti nella maxinchiesta Mensa dei Poveri, ma anche quelli dell’ex presidente Sieco Antonio Frascella e le indagini sul sindaco uscente (che non riguardano però direttamente il Comune).
«Ma il volantino dice il falso sulla lista, perché nessuno di loro è in lista oggi» dice Maurizio Tosatti, animatore di Progetto Cassano 2032, la lista di Rocco Dabraio che ora si è alleato con la lista Poliseno.
Il gruppo di Dabraio contrattacca, dopo giorni di attacchi per la scelta fatta al ballottaggio, con l’apparentamento formale che consentirà a Progetto 2032 (in caso di vittoria) di avere tre consiglieri, «che a Cassano significa un bel peso politico» dice Dabraio.
La stretta di mano
«È guerra» hanno detto una settimana fa dalle parti della Lega, dopo l’apparentamento. E guerra è stata. Il candidato sindaco Osvaldo Coghi ha esplicitato le sue ragioni in video, dicendo – sostanzialmente – che Dabraio è venuto meno a un impegno: «Sono rimasto basito quando ho sentito dell’accordo [con Ottaviani]: ci siamo lasciati con una stretta di mano, l’apparentamento l’hanno chiesto loro. Io quando do la mano a uno…».
Versione che viene seccamente respinta da Dabraio e Tosatti (nella foto di apertura con l’avvocatoMariangela Calì), che invece ricostruiscono in modo diverso le “trattative” della settimana passata, inevitabilmente riservate. «Mercoledì scorso, a sera, ci siamo trovati noi, Coghi e Giorgio Soldarini. Abbiamo chiesto apparentamento come condizione da cui partire, perché lo consideriamo l’ unico mezzo alla luce del sole». Secondo Tosatti la delegazione di Progetto 2032 ha portato anche perplessità «soprattutto rispetto all’area Lega». «Si è parlato anche di posizioni (vicesindaco e un assessore importante), ci siamo salutati dicendoci che noi dovevamo riportare al nostro gruppo».
Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio c’è stato l’incontro con Ottaviani, la scoperta di avere «temi sinergici e complementari». Di qui la decisione per l’apparentamento con Ottaviani, ratificato dall’incontro del gruppo di Progetto 2032.
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E la stretta di mano con Coghi? «Dire che ci siamo sottratti a un incontro già sottoscritto è un falso» dice Tosatti. «Ho stretto la mano a Coghi come a Ottaviani e anche a Police». Un semplice saluto, dice Dabraio, altro che accordo. «Sono dispiaciuto per questa bugia che è stata detta. C’è un’altra prova: la mattina dopo il gruppo Coghi ha usato il nostro slogan nei loro messaggi su whatsapp, quelli che fanno girare e che sono in rima. E noi abbiamo chiesto di cancellarlo: proprio questo dimostra che non c’era un accordo concluso». Stoccata finale: «Una persona che equivoca un saluto con un accordo mi chiedo se è adatto a fare il sindaco di Cassano».
Clima surriscaldato a Cassano
Nel frattempo su Dabraio si sono concentrate molte critiche e post soprattutto da parte della Lega. A dire il vero per lo più dentro nell’alveo di un animato confronto politico, ma certo con una certa verve. «Ci siamo ritrovati in una tempesta mediatica, a volte con veri e propri insulti. Non riuscivamo a capire tutto questo livore anche da persone che conosciamo da tempo».
Dabraio denuncia anche insulti pesanti a due giovane candidate del suo gruppo, apostrofate in modo colorito fuori dalla messa domenicale, «da un sostenitore di Coghi», cui non perdonano la ricostruzione a loro dire truffaldina dell’incontro per l’apparentamento. «Noi vogliamo mantenere buoni rapporti con tutti. Giudicateci per le nostre scelte ma partendo dalla verità».
Verso il finale di stagione
Dal canto suo, Coghi prosegue con le sue due liste. Anzi, ha incassato anche il sostegno indiretto – molto mediato, ma chiaro – di Tommaso Police, ex candidato del centrosinistra. «Sapevamo che c’erano contatti tra Pd e Forza Italia, Police ci ha tolto ogni dubbio» attaccano Dabraio e Tosatti.
Tanto Ottaviani quanto Dabraio sottolineano l’ottima performance delle civiche slegate da partiti che. (con tre candidati, c’è anche Passiu) assommano il 53% dei voti al primo turno e sono dunque maggioranza rispetto ai partiti. Dalle file del centrodestra per Coghi la Lega ha contrattaccato anche su questo, addebitando a Poliseno – in sostanza – la spaccatura della sua coalizione del 2017, con un arretramento dal 58 al 35,6% di voti al primo turno.
Comunque: ora c’è il secondo turno e domenica la scelta sarà chiara, con due soli candidati tra cui scegliere. Molto potrebbe deciderlo la partecipazione al voto, dopo che già al 12 giugno i votanti erano stati sotto al 50%.
Domenica, verso mezzanotte, si sarà forse già chi ha vinto.