«Non ho mai detto di non volermi candidare nelle liste per il prossimo consiglio comunale né tantomeno ho preso scelte su un mio eventualmente impegno nella futura amministrazione». Il sindaco di Cassano Magnago Nicola Poliseno lo ha precisato con una nota, un post su Facebook per chiarire che non ha preso alcuna decisione definitiva.
Poliseno lo fa all’indomani di una uscita di Fratelli d’Italia che aveva ipotizzato un suo ruolo politico sì, ma non amministrativo. Tradotto: lavoro “dietro le quinte”, ma senza candidarsi in consiglio comunale o continuare a prestare la sua opera in municipio, come assessore. E invece il sindaco dice che no, è ancora della partita.
Poliseno aveva 33 anni e mezzo quando è stato eletto sindaco, 38 quando è stato rieletto nel 2017 (nella foto). Oggi fa il sindaco da dieci anni, a contatto con «svariati aspetti legati ai problemi e alle potenzialità della Città», attraverso il contatto con i cittadini. «Proprio per il grande dispendio di tempo ed energie che il mio ruolo richiede, non posso permettermi di concentrarmi già da ora su quanto avverrà tra alcuni mesi, quando i cittadini saranno chiamati alle urne per le elezioni amministrative».
Il suo nome però è al centro del dibattito del centrodestra, con la Lega che chiede una discontinuità dopo dieci anni e Fratelli d’Italia che si trova a fare da pontiere. Con qualche scivolata, se è vero che oggi è proprio Poliseno a correggere il tiro rispetto alla ricostruzione proposta da Salvatore Marino al termine del primo incontro tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. «Non ho mai detto di non volermi candidare nelle liste per il prossimo consiglio comunale né tantomeno ho preso scelte su un mio eventualmente impegno nella futura amministrazione», precisa Poliseno, «a chiarimento di alcune inesattezze che ho letto».
E allora come sarà della partita il sindaco uscente?
«Ho ben chiaro il profilo che, secondo me, dovrebbe avere il futuro Sindaco di Cassano Magnago. Ma ad oggi non ho mai avanzato alcuna proposta perché i tempi sono a mio giudizio prematuri e soprattutto perché, come ho già spiegato prima, ho il dovere di amministrare la Città e non posso permettermi uno stand-by dal mio ruolo per una campagna elettorale che duri diversi mesi. Quando io e il gruppo che rappresento prenderemo una decisione in merito alla proposta da fare, la comunicheremo».
Una precisazione che è anche rivendicazione del ruolo di guida di un gruppo che può avere un suo peso. «Un ultimo passaggio lo dedico alla mia idea del rapporto tra gruppi civici e partiti. Per quanto mi riguarda (…e la mia storia lo dimostra) il rapporto tra i due deve essere paritetico, di assoluto rispetto e senza subalternanze dell’uno verso l’altro. Chiunque voglia impegnarsi per il bene della Città merita il rispetto di tutti». Riferimento alla polemica scatenata dalla Lega sulla nuova civica Progetto 2032, accusata di essere subalterna al sindaco uscente.