Ponziano Sabetti, il candidato sindaco di Italexit a Ferno, nell’elaborazione di una «nuova visione per la città» più che di un programma elettorale, torna a criticare l’amministrazione uscente e il centrodestra che sostiene Sarah Foti: «La politica di palazzo, attualmente chiusa negli uffici dell’amministrazione a cercare più giustificazioni che soluzioni, a scrivere comunicati stampa e a pianificare le passerelle di visibilità, ha portato come conseguenza più grave a un danno enorme in termini di socialità».
Sabetti si riferisce naturalmente alla pandemia di Covid-19, criticando aspramente quanto fatto dall’amministrazione per il ritorno alla socialità: «C’è un’insufficienza totale delle misure adottate finora per ripristinare e rilanciare le relazioni sociali».
Centralità delle associazioni
Tutto ciò è possibile a partire da un tavolo permanente con le associazioni e dallo strumento della consulta sportiva, «che devono essere trasformati in qualcosa di più determinante; al momento la loro principale utilità è quella del tutto marginale di calendarizzare gli eventi, Non può essere che due organi simili abbiano un ruolo del tutto secondario nelle decisioni che riguardano il paese. Il parere di questi organismi sulle scelte amministrative deve diventare maggiormente rilevante e deve essere reso pubblico».
La chiusura della Pro Loco: “Una sconfitta”
Parlando delle associazioni l’aspirante sindaco si sofferma sulla chiusura della Pro Loco, giudicandola una «sconfitta enorme per questo paese, l’amministrazione avrebbe dovuto fare di più», come lanciare un «salvagente in ogni modo possibile alla Pro Loco che annegava». E continua, rammaricato: «Abbiamo perso un gruppo di persone operose prevalentemente per il fatto che hanno smesso di crederci, perché non si sono sentite accompagnate».
«Si doveva ascoltare, sostenere e risolvere», continua, «ma fortunatamente questo male è rimediabile».
Il progetto socialità
Si tratta, dunque, del punto di partenza per il progetto socialità che «sarà il nostro denominatore di tutta la nostra azione politica», a partire dall’amministrazione condivisa con tutti i cittadini: «Per questo conduciamo una vera e propria lotta ai personalismi». La prima forma di socialità è, dunque, la condivisione delle scelte che riguardano il paese, «in modo di seguire una direzione diametralmente opposta rispetto a quella degli ultimi trent’anni»; l’esito del voto di giugno – ammette – non sarà di per sé bastevole a garantire questa condivisione, perché occorrerà che la nuova amministrazione comunale «faccia seguito, spingendo per quanto possibile ogni cittadino, compresi gli invisibili, a condividere con continuità le proprie idee, le proprie opinioni e le proprie critiche. Non importa se si andrà in contrasto con le visioni personali del sindaco o degli assessori, ma ci sarà una condizione di ascolto costante».
Non preoccupa, inoltre, l’idea di assecondare «qualcosa che non è nato da noi, perché non c’è nessuno a cui ovviamo restituire favori o a cui abbiamo fatto promesse, se non la comunità fernese». L’unica e sola promesse che Italexit fa alla popolazione è che agirà «nel suo esclusivo interesse e chiediamo il suo aiuto per farlo». «L’attuazione di un cambiamento sarà faticosa, ma la faremo insieme e siamo certi che la popolazione sarà dalla nostra parte».