Acque agitate, nel centrodestra fernese, dopo l’emergere di una spaccatuta (almeno in parte) inattesa dovuta all’annuncio di Mauro Cerutti di una corsa in solitaria alle elezioni di Ferno, in aperta critica con il centrodestra che candida l’assessora Sarah Foti.

Dopo gli attacchi e le critiche pervenuti dal centrosinistra, da Italexit (il candidato Ponziano Sabetti ha affermato congiuntamente che a riunire il centrodestra ritrovato è l’anti-Ceruttismo) e dal vicesindaco Mauro Cerutti, Foti rompe il silenzio:  «È un dato di fatto che in questa tornata elettorale tre simboli di partito e due liste civiche abbiano deciso di convergere sul mio nome e non su quello di altri con la semplice volontà di cambiare interlocutorsul territorio, puntando dopo anni su un volto nuovo a cui si riconoscono preparazione ed esperienza e sostenendone il progetto politico». 

Il dinamismo e il centrodestra

«Spiace che qualcuno ne sia infastidito e continui a ricamarci sopra, vivendo come esclusione quella che non è altro che una scelta rivolta verso persone diverse e diversi modi di intendere la politica. I tempi cambiano, le logiche politiche e partitiche cambiano. È un errore pensare che la politica debba sempre e per forza muoversi nella continuità», continua Foti mentre spiega la decisione che ha coinvolto il centrodestra e la lista Piantanida per Ferno (attualmente all’opposizione e animata da esponenti del Carroccio) nel convergere sul suo nome, che non deve per forza reggersi sulla continuità.
«La politica deve anche essere dinamismo, novità, cambiamento perché altrimenti si rischia  di restare fermi mentre il mondo volge verso nuove prospettive. In questo senso la frantumazione del centrodestra fernese è una mera presunzione poiché il gruppo non è mai stato così compatto e in sintonia come ora, negli intenti a nelle volontà».
Inoltre risponde subito che non si dimetterà dalla carica di assessore alla Cultura e istruzione che attualmente riveste nella giunta Gesualdi, giudicando i richiedenti senza vere proposte per Ferno e che mirano a «buttare in caciara senza un briciolo di senso di responsabilità e di rispetto nei confronti dei cittadini».

«La verità è che nell’attuale Giunta siedono due candidati sindaci e nessuna normativa prevede che debbano per questo dare le dimissioni. Anzi, il dovere di un assessore – ancor più se come nel mio caso è un tecnico esterno vincolato principalmente alla fiducia del Sindaco – è di rimanere al proprio posto e di svolgere al meglio le proprie funzioni fino all’ultimo giorno del mandato. La discriminante sta, secondo me, nel mantenere la serenità necessaria ad amministrare con correttezza e serietà, senza cercare di trarre inopportuni vantaggi elettorali».

Più che i partiti e simboli politici, per Foti bisogna dare più importanza alle persone: «Soprattutto in un paese come il nostro, il problema non sta nello stabilire quale sia il vero centrosinistra o il vero centrodestra. Queste sono questioni secondarie che rischiano di sviare l’attenzione da quelli che sono i temi decisivi di una campagna elettorale. Il vero punto è piuttosto valutare su quali persone fare effettivamente affidamento e nelle quali riporre la propria fiducia perché la cosa pubblica sia gestita con rigore, serietà e preparazione. In un’epoca complicata come quella in cui viviamo, resa più complessa anche dal coacervo di incombenze burocratico-normative che rischia di rallentare se non paralizzare i processi decisionali, amministratori non ci si può e non ci si deve improvvisare».

Il programma

Esaurite le risposte alle polemiche, la candidata si sofferma sul programma, centrato sulle tematiche sociali, «un settore che ritengo meriti una più puntuale attenzione. La pandemia e l’attuale crisi politico-economica internazionale stanno inasprendo le situazioni di fragilità legate alla perdita dei posti di lavoro, delle abitazioni e alla diminuzione dei redditi, con gravi ripercussioni in particolare sulle fasce più deboli quali donne, anziani, giovani e diversamente abili, rispetto alle quali intendiamo mettere in campo interventi mirati per non disperdere le risorse pubbliche che nei prossimi anni rischiano di assottigliarsi». 

Altro impegno primario sarà quello incentrato sulla legalità, «non solo sulla correttezza, onestà e trasparenza che garantiremo nell’attività amministrativa, ma anche sul potenziamento di alcune iniziative che il mio assessorato ha già proposto nelle scuole negli ultimi cinque anni, con l’obiettivo di ampliarne il coinvolgimento anche ad altre realtà». Altro aspetto non secondario legato a questa tematica è secondo lei quello della sicurezza, «con particolare attenzione alla prevenzione della  microcriminalità e dei reati da vandalismoincrementando la presenza della Polizia Locale sul territorio e la collaborazione con le forze dell’ordine e la Procura». 

Ci sarà attenzione verso il Pgt, «che deve essere ridefinito alla luce delle attuali esigenze di sviluppo economico, urbanistico e di sostenibilità ambientale. Di recente sono circolate molte voci su progetti che riguardano particolari aree del paese (ex manifattura, biblioteca, piazza, polo logistico in zona industriale); progetti e interventi troppo l importanti e impattanti sul territorio per essere trattati con superficialità efretta, calati dall’alto senza l’opportuno confronto con i cittadini. Il paese deve svilupparsi insieme florido e vivibile (anche sotto il profilo estetico), esigenze talvolta in contrasto tra loro che meritano quindi di essere soppesate con il dovuto approfondimento. Ciò non significa chiudere aprioristicamente le porte a qualsivoglia iniziativa; significa piuttosto vagliare l’efficacia e la concretezza di ogni singolo progetto, senza sprecare tempo e risorse in proposte utopistiche e, nei fatti, poco o per nulla percorribili, ma anche senza svendere o deturpare il nostro prezioso territorio, proni al motto piuttosto che niente è meglio piuttosto, una massima che soprattutto nei riguardi della cosa pubblica non sarà mai sufficientemente vituperata, anche perché spesso suona come semplice rassegnazione e giustificazione di fronte al fatto di non aver saputo agire nei tempi e nei modi dovuti. Un’amministrazione moderna e dinamica, aperta a progresso e sviluppo socio economico, non può permettersi punti di vista miopi e di breve periodo, bensì deve concentrarsi su visioni certo concrete, ma ampie e rivolte al futuro. Sempre a proposito di urbanistica, è inutile sottolineare come anche il decoro urbano sarà curato e garantito».