«Possibile che il percorso di fusione di SAP ed Agesp faccia felice tutta la popolazione fernese? Possibile che non ci sia la minima traccia di una voce critica a rappresentare chi ha delle riserve?». Sono le domande che si pone Ferno Attiva, la civica che alle elezioni di Ferno del prossimo 12 giugno sostiene il candidato sindaco Ponziano Sabetti, e che arrivano proprio nel giorno in cui è stato firmato il primo atto che porterà Sap all’aggregazione di Agesp.

«Tocca a noi farlo, perché il coraggio di esprimere un concetto controcorrente a Ferno é un lontano ricordo», spiega Paolo Rechichi, promotore della lista. E lo fa partendo da dicembre, quando sia a Lonate Pozzolo sia nel comune di Malpensa si iniziò a discutere del futuro di Sap e della possibile fusione della municipalizzata (di cui i due Comuni sono soci al 50%) in Agesp, una società di Busto Arsizio.

«Ausilia Angelino, consigliere di minoranza a Lonate Pozzolo, lo scorso dicembre ha espresso, insieme ad altri consiglieri, una serie di riserve su questo progetto e ha denunciato l’eccessiva faciloneria con cui si stava tentando di sbrigare la pratica. E a Ferno niente, tutti muti, nessuna polemica, neppure un’ alzata di mano su un tema dal peso specifico così rilevante. Tutti a limitarsi a dire che é colpa di Lonate. Tutti tranne quelli che da un lato ci accusano di fare affermazioni strumentali, limitandosi a leggere i titoli degli articoli e a dare libere interpretazioni dei contenuti, e dall’altro scelgono l’omertà per non infierire sul compagno di partito del paese limitrofo».

E continua così: «Perché oltre che valutare un progetto di fusione con un pesce più grande – con il pretesto dell’ottimizzazione dei costi, delle economie di scala e della salvaguardia dei posti di lavoro – non si é avviata una valutazione in direzione diametralmente opposta, ovvero restituire a Ferno la sua municipalizzata? Perché oltre ai pregi (sulla carta) di questa direzione intrapresa non si vedono i possibili difetti che potrebbero portare ad un nulla di fatto?».

«Si sarebbero potute valutare prioritariamente molte altre soluzioni – conclude – se solo si fossero ascoltate le persone maggiormente implicate: i cittadini fernesi e i dipendenti Sap.
La scelta di dare priorità a questo progetto di fusione non ci convince affatto. Io con la mia squadra, Sabetti in testa, non crediamo sia possibile che solo noi abbiamo paura di finire in un calderone, cedendo ad altri il potere decisionale sulle sorti del nostro territorio. Ci sono sicuramente delle ragioni per cui non si sentono pareri avversi ed idee alternative: basta vedere i soggetti coinvolti nell’operazione ed appare chiaro che non c’è dissenso perché non si vogliono arrecare dispiaceri incrociati e reciproci tra la varie persone e tra le varie forze politiche consolidate. In tutto questo il bene superiore del paese non emerge. Siamo ai soliti effetti negativi del personalismo e della politica di palazzo».