Tra due settimane, allo stesso orario in cui Matteo Salvini è salito oggi sul palco di Varese, le urne saranno aperte. E il leader della Lega lo sottolinea più volte davanti ai 500 militanti riuniti in Piazza Monte Grappa appellandosi al votare e far votare Lega: «In questi 15 giorni cosa potete fare? – chiede -. Parlare, farlo alla testa e al cuore delle persone. Siamo infallibili? No. Abbiamo commesso errori? Sì. Ne commetteremo ancora? Sì. Ma è perchè chi non sbaglia è chi non fa niente».

Salvini passa così in rassegna i grandi cavalli di battaglia del suo movimento per sottolineare i motivi per sceglierlo sulla scheda. «Chi sceglie la Lega sceglie di dire no alla legge Fornero» dice tra gli applausi, prima di passare in rassegna il reddito di cittadinanza «una barcata di soldi per chi non va a lavorare», il blocco dell’invio delle cartelle esattoriali «che stanno rovinando le famiglie italiane», la flat tax per tutti e il «tornare a proteggere i confini del nostro paese». Una stretta ai clandestini anche per «fermare gli spacciatori nelle nostre città» che lo porta a ricordare come «chi vota Lega dice no alla droga» e da cui arriva un appello ai ragazzi presenti in piazza: «Fate l’amore e non stroncatevi di canne, e fatelo con chi volete – scandisce bene -. Ognuno ama chi vuole, io l’unico elemento che tolgo dalla battaglia politica sono i bambini che hanno bisogno di una mamma e di un papà».

Il leader leghista scende poi anche nel dettaglio del territorio varesino, partendo dal tema dei frontalieri. «Parlavo poco fa con Matteo Bianchi della concorrenza che fa la Svizzera ai lavoratori pagando il triplo» dice, promettendo che «dobbiamo garantire a chi rimane qui di non essere di serie B». E poi le bollette di famiglie e imprese. Salvini da un lato fa un appello a Letta per un provvedimento contro l’aumento delle tariffe «ma forse PD e Cinque Stelle aspettano che siamo al governo noi per poi potere fare una manifestazione con la CGIL» e dall’altro punta il dito contro Bruxelles. Per Salvini l’Europa sarebbe colpevole sia di «aver fatto una politica contro il sistema industriale» e sia di «aver deciso delle sanzioni contro la guerra che però non possono pagare ora gli italiani».

Dalla piazza di Varese, poi, un immancabile riferimento ad Umberto Bossi «senza il quale nessuno di noi sarebbe qui» e verso il quale nutre «onore e rispetto» (Il Senatur è il primo in lista alla camera per la Lega nel collegio di Varese, ndr), a Giancarlo Giorgetti «che è in Valtellina per raccontare il nostro lavoro» e ad Attilio Fontana «che rimarrà alla guida di questa regione per i prossimi 5 anni».

Oltre ai programmi, comunque, Salvini continua ad appellarsi al voto e per farlo cita anche Giorgio Gaber. «La Libertà è partecipazione e chi non vota perde il diritto di lamentarsi – dice -. La politica decide se vai in pensione a 60 o 70 anni, se i soldi del ministero dell’interno servono per assumere poliziotti o sostenere i clandestini». Ma il leader della Lega è comunque sicuro che tra 15 giorni «al governo ci saremo noi» e chiude il suo comizio – prima dei selfie di rito – scandendo tre parole: «andiamo a vincere».